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Canapai Svizzeri


C’era una volta un Paese con tanti canapai.

Erano spuntati dal nulla, e crescevano ad un ritmo impressionante. Si trattava essenzialmente di punti vendita, hemp shop, dove i derivati della cannabis venivano liberamente venduti e acquistati, all’interno di negozi specializzati: i famosi canapai svizzeri.

beh, che dire.. un bel periodo ..anche se forse ho speso un sacco di soldi 😉 Ad un certo punto c’era l’imbarazzo della scelta, e si trovava di tutto. Dalla canapa e derivati agli accessori.

I primi negozietti sono nati a Lugano e Locarno. Semplici piccoli e spartani, con alcuni indumenti, qualche saponetta, e quattro bottiglie d’olio di semi ..e ovviamente i famosi sacchetti profumati. 

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Semplici sacchettini (minigrip) di plastica, con etichetta che indicava peso, prezzo e “marca”. I primi avevano un etichetta piu grande, alcuni erano addirittura contenuti in un secondo sacchetto di tela di canapa. Poi sul retro c’era anche scritto che si tratta di un sacchetto per profumare armadi ecc.. e le appropriate istruzioni (forare il sacchetto e appendere..).

Naturalmente all’inizio i sacchetti erano piu generosi, piu grandi di quelli dell’immagine, poi i prezzi sono saliti e si sono stabilizzati in tutto il cantone. Quindi alla fine, dopo averli esplorati quasi tutti, si tornava dai migliori, anche se dovevi fare qualche km in piu. Inutile dire che si trovavano tutte le qualita di cannabis. Da quelle indoor, potenti ma care, a quelle piu economiche e leggere. Si trovavano anche ramoscelli interi (secchi) e avvolti come mazzi di rose, oppure c’erano anche quelli che vendevano hashish (nostrano) in svariate forme e dimensioni.

Questo accadeva a cavallo del 2000 (dal 1996 al 2003), e probabilmente molti giovani (maggiorenni) non hanno conosciuto e vissuto quel breve (intenso e magico) periodo.

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Un po di storia:
Fino al 2002 la Svizzera era una delle poche nazioni a non far parte dell’ONU. Tuttavia quando gli USA fecero incudere dalle Nazioni Unite la cannabis nella lista nera della “convenzione unica delle sostanze stupefacenti” del 1961, il governo svizzero dovette promulgare una legge sul consumo di sostanze stupefacenti che fosse ONU-compatibile, senza però inserire espressamente la cannabis.
In Svizzera quindi era legale la coltivazione di cannabis a patto che questa non fosse utilizzata come stupefacente; l’hashish invece entrò a far parte della lista nera.
Nonostante la legge esistesse da 50 anni, l’applicazione della legge stessa da parte delle autorità di Polizia subì un “forzato” mutamento nel corso degli anni. Diversi casi che erano stati condannati da giudici distrettuali risultarono nulli dopo il ricorso al Tribunale Federale Svizzero.
Fu così che sorsero negli anni ’90 i “canapai” svizzeri, ovvero nient’altro che normali negozi, con tanto di iscrizione al registro di commercio, che commerciavano prodotti alla canapa.

CannabisTi CannabisLa cannabis veniva venduta per profumare armadi, come elemento essenziale dell’aromaterapia o come pianta decorativa. Non vi era da parte del commerciante l’intenzione di voler vendere un prodotto illegale, tant’è che su ogni “sacchetto profumato” veniva chiaramente ricordato che l’utilizzo della canapa come sostanza stupefacente era vietato dalla legge federale sulle sostanze stupefacenti.

Inoltre il termine stupefacente implicava per la legge svizzera una dipendenza dalla sostanza. Dopo varie perizie, il Tribunale Federale Svizzero aveva dichiarato chiaramente e senza possibilità di fraintendimenti che fumare derivati della cannabis, allo stato attuale delle conoscenze, non provocava dipendenza fisica e non esiste una dose mortale. Nella stessa sentenza il Tribunale Federale continuava precisando che il fumo dei derivati della cannabis era risultato essere meno dannoso del consumo di alcool e la maggior parte dei danni derivati dal consumo di cannabis derivava dal tabacco usato per facilitarne la combustione.
Nel 1998 si calcolava che il mercato della canapa si aggirasse attorno ai 500 milioni di franchi. La Svizzera era diventata il più grande produttore di canapa in Europa, superando anche i livelli di produzione dell’Olanda.

Ma poi.. 😦
La voce si sparse anche oltre-confine in Italia e negli altri Paesi limitrofi, e presto le dogane come quella di Ponte Tresa e Chiasso divennero dei veri e propri punti caldi del traffico internazionale di stupefacenti perchè di questo si trattava secondo le leggi italiane. Quindi, un po per la pressione di questi paesi, un po per rispettare le leggi del ONU, e un po a causa dell’infiltrazione di associazioni “mafiose”, la Svizzera dovette correre ai ripari. A partire dal 2002 la polizia ha dato un giro di vite ai canapai, con l’operazione “indoor”, arresti come se piovesse e sequestri da record.

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Fatti e cifre (del 10 ottobre 2003)
L’operazione “indoor” è scattata il 7 marzo 2002
Chiusi 77 canapai in tutto il cantone
Sequestrate e distrutte 52 piantagioni indoor e 8 all’aperto
Confiscate 198’000 piante di canapa, 4200 chili di marijuana, 10 kg di hashish
Sequestrati quattro milioni di franchi, e materiale vario per oltre 80 milioni di franchi.

In breve
Per il procuratore Antonio Perugini, responsabile dell’operazione Indoor, il proliferare delle coltivazioni di canapa in Ticino è stato facilitato da una serie di prodotti-pretesto, quali: sacchetti odorosi, cuscini, birra alla canapa, oli essenziali, cosmetica, alimentari, tisane, medicinali vari.
In sette anni di relativa tolleranza, in Ticino si era sviluppato un mercato sommerso con la costituzione di società anonime, il riciclaggio di denaro, l’assunzione di personale al nero, il coinvolgimento di fiduciari, avvocati, politici, agricoltori e proprietari fondiari.

Tutto questo è stato possibile per un “cavillo” legale, una zona grigia, tuttavia è stato bello 🙂
Peccato che, non essendo regolamentata in alcun modo, la cosa è sfuggita di mano, e purtroppo sono costretto a dire che da un lato è quasi un bene che sia finita cosi. Ma..

Ma.. Si appunto MA!
La cannabis rimane un argomento sempre molto attuale, con mille applicazioni mediche e industriali, e ovviamente le benefiche e innocue proprieta’ ricreative. Quindi è necessario legalizzarla subito, perche il proibizionismo della cannabis è una violazione dei diritti umani!

>> AGGIORNAMENTO del 2 maggio 2014
La magistratura aveva chiuso 77 canapai (negozi) durante l’operazione “indoor”, ma in tutto il Canton Ticino c’erano complessivamente circa un centinaio abbondante di negozietti disseminati sul territorio. Una trentina di questi avevano chiuso di spontanea iniziativa, ovviamente per non incappare nel operazione di polizia in corso.

9 pensieri riguardo “Canapai Svizzeri”

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